giovedì 10 gennaio 2008

SENZA COMMENTO

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma Bassolino non è il solo colpevole

Incuriosito dalle accuse lanciate dal governatore campano contro sindaci della sinistra, vescovi e politici del Sole che ride, coloro che gli avrebbero impedito la costruzione dell' inceneritore di Acerra, ho fatto una ricerca per vedere di che si trattava. Ed ho scoperto che Bassolino non ha tutti i torti.

Prima un passo indietro.

Anno 1997, governo dell' Ulivo. Il ministro dell' Ambiente Edo Ronchi, dei Verdi, sottopone alla UE un piano per la gestione dei rifiuti della Campania che la commissione giudica "mirabilmente perfetto, tanto che poteva servire da modello al resto del mondo": prevedeva l' apertura di alcuni siti per trattare i rifiuti prima, e la costruzione di due termovalorizzatori per incenerirli poi.
Piano cosi perfetto che quando nel 2003 la UE lanciò una procedura contro diverse Regioni italiane per la mancanza di un piano di gestione dei rifiuti, la Campania non era inclusa.
(fonte)

Senonché il piano, che avrebbe dovuto essere realizzato entro il 2004, rimase per lungo tempo sulla carta. Mancava sempre un bollo o un' autorizzazione per dare il via ai lavori.

Proprio nella primavera di quell' anno, qualcuno lo ricorderà, vi fu un' altra emergenza rifiuti come quella odierna, con le strade di Napoli sommerse dall' immondizia.
Il governo Berlusconi cercò quindi di dare un' accelerata alla costruzione di un inceneritore, quello di Acerra. Il primo dei due previsti ad avere tutte le carte pronte e in regola. Ma non appena la ditta appaltatrice tentò di avviare il cantiere, i cittadini scesero in piazza capeggiati dal sindaco di Rifondazione e dal vescovo del luogo. Anche allora vi furono duri scontri con le Forze dell' ordine, occupazione di stazioni ferroviare e tratti autostradali. A dar man forte ai rivoltosi giunsero gruppetti dei Centri sociali partenopei, mentre da Roma alcuni politici (principalmente verdi, dimentichi che il piano era di un loro ex ministro, ma si ricordano in proposito dichiarazioni di Di Pietro e Alemanno) parteggiarono apertamente per i dimostranti.

Cosi, alla fine, il governo e Bassolino che si era battuto per l' apertura dell' inceneritore, furono costretti a fare mancia indietro e i rifiuti vennero spediti in Germania.

Ai link sottostanti c' è tutta la cronaca di quei giorni. Il primo tratta dell' opposizione di sindaco e vescovo all' inceneritore, il secondo prova come Bassolino fosse a favore dell' impianto.

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=5ZQKZ

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=5V26F

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=5KOJZ

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=5WMB1

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=5WR3R

Resta da chiedersi come mai i campani siano cosi contrari agl inceneritori costruiti a regola d' arte, mentre non sembrano minimamente preoccuparsi per i danni alla salute derivanti dalle circa 814 discariche abusive situate sul territorio della regione.

Anonimo ha detto...

cosa hanno fatto di male quei sacchi della spazzatura per meritarsi quell'etichette???
ciao
Sarc.