Blog satirico semiserio sulla supponente alterigia della
"sedicente creme della creme" di sinistra ... e non solo
martedì 8 aprile 2008
SILVIO, ANNIENTALI
5 commenti:
Anonimo
ha detto...
ARCHIVIO Ocse: Italia ultima per crescita della produttività tra 2001 e 2006
8 aprile 2008
Il comunicato dell'Ocse
Oecd Factbook 2008
Italia maglia nera tra i maggiori Paesi industrializzati per la produttività. È quanto emerge dalle statistiche diffuse oggi dall'Ocse nel Factbook 2008.
La Penisola risulta all'ultimo posto per la crescita della produttività del lavoro (Pil per ora lavorata) che è stata praticamente nulla («inferiore allo 0,5%») nel periodo 2001-2006. La situazione mostra miglioramenti nel 2006 (+1%) rispetto agli anni precedenti (dal -1,2% del 2002 al +0,4% del 2005), ma l'Italia resta ben al di sotto della media Ocse (+1,4%) e dell'Europa a 15 (+1,7%), per non parlare del 5,2% segnato dalla Repubblica Slovacca e del +3,4% di Corea e Ungheria. Prendendo in considerazione la cosiddetta produttività multifattoriale (che include fattori quali l'innovazione tecnologica e organizzativa), l'Italia accusa addirittura una flessione media dello 0,5% nel 2001-2006, confermandosi fanalino di coda.
Un Paese in piena e palese decelerazione. Questa l'Italia che esce dal Factbook 2008 dell'Ocse. Resta la sesta economia mondiale, ma è scivolata al 20esimo posto (dietro alla Spagna) se si considera il Pil pro capite, ha il secondo peggiore debito pubblico del mondo ed è ultima per crescita del Pil negli anni più recenti tra i 30 Paesi più industrializzati. Ad aumentare sono state in compenso le disparità di reddito (sesto posto). Nella quasi 300 pagine di numeri, grafici e statistiche esposte dall'Ocse, molti dati sono conferme (senza perdere per questo il loro carattere allarmante), come la crisi di produttività, la bassa crescita demografica (+0,08% nel 2006), la bassa fertilità (1,34), i bassi tassi di occupazione in particolare delle donne (46%) e l'elevato numero degli anziani.
Gli ultra 65enni sono il 19% nel 2006 e saliranno al 33,7% nel 2050, quando l'Italia avrà il rapporto più sfavorevole di tutta l'area Ocse tra pensionati e lavoratori (98,5). Lavoratori che devono fare i conti con un compenso medio (35.833 dollari l'anno nel 2006 per occupato nell'intera economia) che è i livelli più bassi tra i big industrializzati, dopo avere segnato una delle crescite più deboli nell'area Ocse tra il 1995 e il 2006 (+2% medio annuo, al terzultimo posto). Non che gli italiani lavorino poco (ottavo posto con 1.800 ore l'anno) e sono molti anche quelli che lavorano in proprio (26,7% del totale degli occupati nel settore civile). L'Italia - conferma l'Ocse - resta però anche il Paese con le maggiori disparità regionali in materia di disoccupazione.
Ma dal Factbook escono anche altri dati, meno noti, ma parimenti inquietanti: come quello dei «giovani inattivi», ovvero nullafacenti, auspicabilmente non per scelta. La Penisola, secondo l'Ocse, è seconda solo alla Turchia con il 10,9% dei ragazzi e l'11,4% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni che non vanno nè a scuola, nè lavorano. E i coetanei che frequentano una scuola certo non brillano, se paragonati agli altri studenti dei maggiori Paesi, come annualmente confermano i test di Pisa che vedono i liceali italiani nelle ultime posizioni (24esimi) per abilità e conoscenze.
L'Italia del resto non appare all'altezza neppure negli investimenti nella conoscenza (quart'ultima tra i 18 big, con poco più del 2% del Pil), nè per numero di ricercatori (24esima su 30). In compenso abbondano i telefoni (quarta per accessi telefonici). Ad avere segnato il passo, secondo l'Ocse, sono invece le autostrade: penultimo posto per crescita della rete. Non fa certo onore, poi, la terzultima posizione per gli aiuti allo sviluppo (0,20% del Pil nel 2006). Dalle statistiche Ocse emerge, infine, che gli italiani spendono poco anche per i divertimenti e la cultura: le famiglie solo il 4,1% del Pil nel 2005 e lo Stato si ferma allo 0,8%. È un'Italia un pò triste quella che finisce così terzultima.
---- CONTINUA A FARE POMPINI A GIULIO E SILVIETTO, COGLIONEEEEE
I commenti anonimi dei sinistri depongono sempre per la loro intelligenza. E' triste notare come non siano ancora in grado di capire che il disastro economico di questo paese è stato causato da loro e dai loro sodali del sindacato. Spiegarglielo è un'impresa inutile, è meglio lasciarli sproloquiare.
Grazie anonimo 3. Lo so che questo blog gli da' fastidio, anche perchè sono totalmente privi di sense of humour. Argomenti comunque non sono in grado di portarne e gli insulti, nel caso siano diretti a me, non mi fanno né caldo né freddo. Fin che potrò ed avrò fantasia continuerò. Ciao e grazie
Amo la satira, mi piace fare ironia sulla "crema della crema" (i comunisti).
I miei polli preferiti?
....i "ciuchi rossi".
Se vi faccio ridere anche per un solo secondo...ho raggiunto il mio scopo. La satira li spazzerà via.
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5 commenti:
ARCHIVIO
Ocse: Italia ultima per crescita della produttività tra 2001 e 2006
8 aprile 2008
Il comunicato dell'Ocse
Oecd Factbook 2008
Italia maglia nera tra i maggiori Paesi industrializzati per la produttività. È quanto emerge dalle statistiche diffuse oggi dall'Ocse nel Factbook 2008.
La Penisola risulta all'ultimo posto per la crescita della produttività del lavoro (Pil per ora lavorata) che è stata praticamente nulla («inferiore allo 0,5%») nel periodo 2001-2006. La situazione mostra miglioramenti nel 2006 (+1%) rispetto agli anni precedenti (dal -1,2% del 2002 al +0,4% del 2005), ma l'Italia resta ben al di sotto della media Ocse (+1,4%) e dell'Europa a 15 (+1,7%), per non parlare del 5,2% segnato dalla Repubblica Slovacca e del +3,4% di Corea e Ungheria. Prendendo in considerazione la cosiddetta produttività multifattoriale (che include fattori quali l'innovazione tecnologica e organizzativa), l'Italia accusa addirittura una flessione media dello 0,5% nel 2001-2006, confermandosi fanalino di coda.
Un Paese in piena e palese decelerazione. Questa l'Italia che esce dal Factbook 2008 dell'Ocse. Resta la sesta economia mondiale, ma è scivolata al 20esimo posto (dietro alla Spagna) se si considera il Pil pro capite, ha il secondo peggiore debito pubblico del mondo ed è ultima per crescita del Pil negli anni più recenti tra i 30 Paesi più industrializzati. Ad aumentare sono state in compenso le disparità di reddito (sesto posto). Nella quasi 300 pagine di numeri, grafici e statistiche esposte dall'Ocse, molti dati sono conferme (senza perdere per questo il loro carattere allarmante), come la crisi di produttività, la bassa crescita demografica (+0,08% nel 2006), la bassa fertilità (1,34), i bassi tassi di occupazione in particolare delle donne (46%) e l'elevato numero degli anziani.
Gli ultra 65enni sono il 19% nel 2006 e saliranno al 33,7% nel 2050, quando l'Italia avrà il rapporto più sfavorevole di tutta l'area Ocse tra pensionati e lavoratori (98,5). Lavoratori che devono fare i conti con un compenso medio (35.833 dollari l'anno nel 2006 per occupato nell'intera economia) che è i livelli più bassi tra i big industrializzati, dopo avere segnato una delle crescite più deboli nell'area Ocse tra il 1995 e il 2006 (+2% medio annuo, al terzultimo posto). Non che gli italiani lavorino poco (ottavo posto con 1.800 ore l'anno) e sono molti anche quelli che lavorano in proprio (26,7% del totale degli occupati nel settore civile). L'Italia - conferma l'Ocse - resta però anche il Paese con le maggiori disparità regionali in materia di disoccupazione.
Ma dal Factbook escono anche altri dati, meno noti, ma parimenti inquietanti: come quello dei «giovani inattivi», ovvero nullafacenti, auspicabilmente non per scelta. La Penisola, secondo l'Ocse, è seconda solo alla Turchia con il 10,9% dei ragazzi e l'11,4% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni che non vanno nè a scuola, nè lavorano. E i coetanei che frequentano una scuola certo non brillano, se paragonati agli altri studenti dei maggiori Paesi, come annualmente confermano i test di Pisa che vedono i liceali italiani nelle ultime posizioni (24esimi) per abilità e conoscenze.
L'Italia del resto non appare all'altezza neppure negli investimenti nella conoscenza (quart'ultima tra i 18 big, con poco più del 2% del Pil), nè per numero di ricercatori (24esima su 30). In compenso abbondano i telefoni (quarta per accessi telefonici). Ad avere segnato il passo, secondo l'Ocse, sono invece le autostrade: penultimo posto per crescita della rete. Non fa certo onore, poi, la terzultima posizione per gli aiuti allo sviluppo (0,20% del Pil nel 2006). Dalle statistiche Ocse emerge, infine, che gli italiani spendono poco anche per i divertimenti e la cultura: le famiglie solo il 4,1% del Pil nel 2005 e lo Stato si ferma allo 0,8%. È un'Italia un pò triste quella che finisce così terzultima.
---- CONTINUA A FARE POMPINI A GIULIO E SILVIETTO, COGLIONEEEEE
I commenti anonimi dei sinistri depongono sempre per la loro intelligenza.
E' triste notare come non siano ancora in grado di capire che il disastro economico di questo paese è stato causato da loro e dai loro sodali del sindacato.
Spiegarglielo è un'impresa inutile, è meglio lasciarli sproloquiare.
Vai a lavorere fankazzista pidiellino ....... c'è da (H)aspirare prima di sera .....
Vedi Bingo Bongo...questo è un cristallino esempio della cultura, della pacatezza, della tolleranza , dell'intelligenza dei sinistri.
Continua così . Falli scoppiare!
Grazie anonimo 3.
Lo so che questo blog gli da' fastidio, anche perchè sono totalmente privi di sense of humour. Argomenti comunque non sono in grado di portarne e gli insulti, nel caso siano diretti a me, non mi fanno né caldo né freddo.
Fin che potrò ed avrò fantasia continuerò.
Ciao e grazie
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